venerdì 16 settembre 2016

Partecipazione

Semina in silenzio…in silenzio ama, in silenzio accogli. C’è troppo clamore, troppe voci che sovrastano la dignitosa, flebile voce, di chi soffre e chiede soltanto un abbraccio sincero…partecipazione…non si può voler bene se dentro se stessi non si accoglie una parte dell’altro, se in questa misteriosa sinergia non si regala una piccola parte di se stessi. Non si può comprendere se prima non ci si specchia negli occhi di chi chiede la nostra comprensione…un bacio non partecipato è solo accondiscendenza, cortesia…noto spesso tante persone che, incontrandosi per strada, si stringono la mano e storcendo le labbra accennano ad un bacio sulla guancia guardando dall’altra parte. La semplicità dei gesti, la spontaneità delle azioni…tutto si perde quasi sempre nel dovuto, in qualcosa che si deve fare senza però saperne il motivo. Quasi adempiendo ad un monotono e antico rituale….vai a messa la domenica perché è domenica…il matrimonio si fa in Chiesa perché si usa così…ci si bacia frettolosamente tra amici perché lo fanno tutti e la stessa parola Amico non identifica colui che consideri parte di te, tuo fratello, tua sorella, la persona che ti sorregge in silenzio quando cadi e che è sempre pronta a correre quando hai bisogno, che conosce i tuoi stati d’animo e sa già cosa vorresti dire quando non lo hai ancora detto…tutti oggi sono amici, dal primo che incontri per strada al perfetto sconosciuto che ti chiama al telefono per una promozione…si usa così. Forse sarebbe anche tempo di spezzare le catene, andare oltre le regole imposte da non so chi per non so cosa…forse è tempo di capire che il termine dignità identifica un qualcosa che è uguale per tutti…un abbraccio distratto, l’elemosina che cade dall’alto per il gusto di far sentire quel tintinnio, la prova inequivocabile per tutti del gesto appena compiuto…la non partecipazione lede la dignità altrui, un bacio richiesto e ricevuto distrattamente, di fretta, tanto per accontentarti, è la stessa cosa che tagliare le labbra con una lametta…un abbraccio dato tanto per levarsi di torno quel fastidioso contrattempo e un’offesa alla speranza, quel “va bene…va bene….” Sibilato ironicamente per far tacere tuo figlio o tua figlia, o tua moglie, o tuo marito, equivale al peggiore degli insulti…partecipazione…non possiamo capire gli altri se non diventiamo, anche per un solo attimo, gli altri…non possiamo pretendere di essere capiti se non lasciamo che gli altri siano, sempre per un attimo, parte di noi.

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